Sciacca, 1831. Come ogni sera, Mimmo accompagna il padre pescatore a gettare le reti al largo, quando d'un tratto davanti ai suoi occhi, accade qualcosa di straordinario: il mare si infuoca, i pesci piovono dal cielo, lapilli incandescenti illuminano il buio. È il prodigio di un'isola che nasce dalla profondità degli abissi.
[...]
Da quel momento, nessuno ha più il coraggio d'avventurarsi nel mare avvelenato dall'odore di zolfo. Il cuore di Mimmo, invece, si accende di un desiderio d'avventura: sbarcare per primo sull'isola, piantare la sua bandiera e darle il nome, battendo sul tempo i re delle grandi potenze. Quell'isola, nei sogni di Mimmo, doveva essere una terra libera, senza distinzione tra ricchi e poveri, dove i bambini avrebbero solo giocato e ci sarebbero stati pane e dolcetti per tutti. Riparata la barca del nonno, il ragazzo salpa di nascosto. Ma, a volte, è difficile mantenere un segreto... Alfonso, un coetaneo di Mimmo arrivato in Sicilia al seguito del padre geologo, si accoda all'impresa a sua insaputa, rivelandosi però un prezioso aiuto per la conquista dell'isola, grazie alle sue conoscenze scientifiche. Inizia così un'appassionante avventura, che sarà anche l'inizio di un'amicizia indissolubile tra i due ragazzi. Così come era sorta d'improvviso dal mare, l'isola dopo pochi mesi si inabisserà, ma nel futuro di Mimmo e di Alfonso è già scritta una nuova avventura. 30 anni dopo, partiranno insieme a mille altri giovani uomini, con addosso una camicia rossa, al seguito di un giovane condottiero dallo sguardo intrepido e carismatico, per un'impresa che scriverà la storia del nostro Paese.
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