Far indietreggiare la morte, agire sulle sue cause, modificarne le frontiere, controllare l'insieme dei suoi parametri, comprenderne il processo al fine di prolungare il più possibile la vita, cercare di superare i limiti assegnati all'esistenza: un vecchio sogno dell'umanità, un sogno, si potrebbe dire, sottoscritto anche dalle teorie dell'evoluzione ispirate al darwinismo, un "sogno di eternità" a cui oggi danno credito le personalità del mondo scientifico e politico, al punto che la salute è forse la maggiore fra le preoccupazioni dell'uomo e delle società occidentali. Confinata nella sfera intima, la morte viene desocializzata, aprendo una ferita nel legame fra l'individuo e la comunità. La nozione di "postmortalità" esprime un nuovo rapporto con la morte, che mira a cancellarne la presenza dall'orizzonte umano, nella convinzione che molto presto grazie alla tecnologia sarà vinto il suo odioso ricatto. La democrazia diventa - come scrive l'autrice di questo brillante saggio - "la politica dell'immortalità". La morte viene medicalmente privatizzata, il mito della longevità viene riaffermato dalle macchine e, come Faust, affidato alla manipolazione genetica, alla bioingegneria, alla ricerca dell'uomo perfetto. Come in certi miti nefasti del Novecento. Questo libro, dati e fatti alla mano, fa il punto del dibattito e su come le società occidentali stanno affrontando la questione anche sotto l'aspetto normativo e legislativo. La "società postmortale", il suo ambivalente rapporto con la vita e la morte, dimostrano quanto meno ? come scrive Roberto Peverelli nella Prefazione - che «l'orizzonte della politica si è ristretto, atrofizzato tra ossessioni securitarie e salutiste. E d'altronde sono passati trent'anni dall'annuncio di Lyotard della condizione postmoderna e della fine delle grandi narrazioni; resta solo l'idea di una politica capace di garantire sicurezza e salute ai propri cittadini. Se ha ragione Lafontaine, Kant e Marx (ma ogni lettore è libero di costruire il proprio elenco) sono ormai davvero lontani».
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