Le lupe di Pompei sono Amara, Didone, Vittoria, Berenice, Cressa. Ma nessuna di loro si chiama davvero così. Questi sono i loro nomi da schiave, costrette alla prostituzione nel bordello cittadino dal cinico padrone Felicio.
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Nella Pompei antica, che procede ignara incontro al proprio destino, vivendo contrasti abissali tra ricchezza e miseria, uomini e donne, cittadini liberi e schiavi privi di qualunque diritto, le ragazze che abitano il postribolo tentano ogni giorno di sopravvivere alla brutalità delle loro notti. Qualcuna, come Amara, ricorda un passato di libertà ed è decisa a riconquistarlo con ogni mezzo; altre, al contrario, sono nate schiave e non hanno conosciuto un'esistenza diversa. Ma nonostante il dolore di ogni storia personale e la continua gara per procacciarsi clienti, denaro e pane, le lupe possono contare le une sulle altre, farsi custodi delle reciproche debolezze e paure, proteggersi a vicenda ogni volta che è possibile, senza perdere la capacità di cogliere minuscole gioie quotidiane, ma soprattutto senza perdere la speranza: le strade di Pompei sono piene di opportunità e perfino chi non ha più nulla può trovare un'occasione per rovesciare la sorte in suo favore. Con "Le lupe di Pompei", primo capitolo di una trilogia imbastita sullo sfondo di una realtà lontana nel tempo ma brulicante di vita, Elodie Harper mette in scena un racconto di resistenza umana e femminile, riuscendo a dar voce alle donne le cui storie sono rimaste ai margini della Storia.