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Prolégomènes classiques à un emblème moderne: l'"hypocrite lecteur" de Baudelaire

Fabienne Dumontet

Titolo Analitico 2006

Fa parte di
Lettere italiane : rivista trimestrale , 2006.58, N. 1, P. 33-65

Abstract

Nel successivo articolo "Prolégomènes classiques à un emblème moderne: l' 'hypocrite lecteur' de Baudelaire", Fabienne Dumontet parte dalla celebre apostrofe lanciata da Charles Baudelaire nella poesia "Al lettore", che apre la raccolta "I fiori del male", per ripercorrere a ritroso la strada che porta al momento della formazione della stessa, alla ricerca delle radici culturali dell'aggettivo "ipocrita", a cominciare da Omero e dalle occorrenze della parola nell'"Iliade" e nell'"Odissea", passando attraverso Socrate e Platone, ma anche toccando poeti minori, in cui l'"hupocritès" appare come colui che interpreta i messaggi degli indovini, come dei poeti. Durante il Rinascimento, sia francese che italiano, che rilegge in modo appassionato i testi classici, recuperando il significato della parola attraverso Aristotele e Luciano di Samosata, l' "hupocrisis" è una qualità determinante per un poeta, ai fini della buona riuscita della lettura dei propri versi, qualità che fu fondamentale per un grande autore-oratore come Virgilio. Certamente, nota la studiosa, Baudelaire poté conoscere, grazie allo studio del greco classico, i vari significati del termine, che utilizza per dare ricchezza e profondità al testo, grazie alla vertiginosa polisemia delle sue accezioni. [da Italinemo. Riviste di italianistica nel mondo]
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