Stephen King ha saputo mettere in scena, spesso con acume, gli Stati Uniti che ha vissuto. Filtrando disequilibri e diseguaglianze, ha costruito una critica articolata alle contraddizioni dell’America e del suo sogno.
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Con prospettive a volte divergenti e soprattutto con linguaggi molto lontani l’uno dall’altro, King ha creato personaggi femminili di grande spessore, donne che tengono la scena da sole e che hanno appassionato milioni di lettrici e di lettori. Intorno ad alcuni di questi personaggi ruotano storie molto diverse, accomunate dall’interesse ricorrente del re del brivido: la violenza contro le donne, il diritto di dominanza che un supposto più forte avoca a sé contro un supposto più debole. Attraverso le opere analizzate – Il gioco di Gerald, Dolores Claiborne, Rose Madder, Notte buia, niente stelle e Sleeping Beauties – il saggio mette in luce l’attenzione di King verso le donne e alcune loro fragilità psicologiche e sociali, focalizzandosi anche sulla loro innegabile forza interiore, sui loro lati oscuri, sulle loro eclissi, sul loro saper soffrire e rimettersi in piedi. Nonostante tutto, nonostante le cose terribili che quotidianamente devono affrontare.