L’ambiente è ferito da innumerevoli disastri industriali che agiscono lentamente e silenziosamente, come l’esposizione a contaminazione chimica. Fenomeni che gli esseri umani pagano a caro prezzo: sul piano economico e sotto forma di sofferenza fisica, disagio psicologico e sfiducia sociale. A causa della loro natura, disastri avvolti da ignoranza collettiva.
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Per contrastarla, il libro adotta una prospettiva innovativa basata sulla nozione di invisibilità: invisibile la mano del perpetratore, invisibile il pericolo per le vittime, invisibili i danni e i traumi agli occhi degli spettatori. Su cui l’autore getta nuova luce, fornendo descrizioni dettagliate di persone e comunità che cercano di far fronte a problemi mai nemmeno immaginati. Problemi talmente inediti che nessuno ne conosce veramente le dimensioni, per non parlare di quali potrebbero essere le soluzioni. Orientando l’attenzione nella direzione dell’invisibile per pervenire a una visione della violenza ambientale, diventa così percepibile la corrosione delle impalcature sociali e psicologiche di comunità e individui. Strutture vitali spesso «bruciate» da una violenza tossica. Non affrontabile semplicemente in termini tecnocratici, bensì ponendo l’accento sulle preoccupazioni, i bisogni, gli interessi e i diritti delle persone. Un libro che aiuta a riflettere sulle nostre scelte, sull’ambiente che vogliamo conservare e costruire per noi stessi, e lasciare in eredità alle generazioni a venire.