Da sempre considerato il più grande presidente della storia degli Stati Uniti e mitizzato come 'emancipatore' degli schiavi, Lincoln è una figura storica affascinante, ma spesso sfuggente, dal carattere inquieto e tormentato, che si può capire pienamente solo inserendolo nel suo contesto storico.
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Nato e cresciuto agli inizi dell'Ottocento in una famiglia povera di pionieri, Lincoln sembrò incarnare il mito americano del self-made man, riuscendo a diventare un avvocato di grido nell'Illinois in un momento in cui la nazione statunitense diventava sempre più ricca e potente ed allo stesso tempo sempre più lacerata dai contrasti scaturiti dall'industrializzazione incipiente nel Nord e dall'espansione della schiavitù nel Sud. Successivamente, Lincoln scalò i gradini del potere politico fino a diventare Presidente, mentre la grande lotta tra la libertà e la schiavitù divenne il punto centrale della vita politica, sociale ed economica degli Stati Uniti e provocò infine la Guerra Civile (1861-1865), che costituì il momento centrale del processo di formazione della nazione statunitense. A questo processo, Lincoln diede un contributo fondamentale e indelebile, riunificando il paese al prezzo di centinaia di migliaia di morti e mantenendo in vita gli ideali della repubblica democratica americana, creando, quindi, le basi della futura egemonia statunitense nel mondo contemporaneo. Non solo, con la sua legislazione a favore dell'emancipazione, Lincoln diede un contributo decisivo anche alla creazione di un mondo nel quale la libertà è ora riconosciuta come un diritto fondamentale e la schiavitù è considerata illegale.