Il trattato, noto con il titolo "I dodici giardini", è un’opera redatta in due lettere indirizzate a una non meglio identificabile «dulcissima, preclara et in Cristo Iesù ornatissima madona er sorella».
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Attribuita con buona probabilità a santa Caterina da Bologna (1413-1463), importante figura di clarissa del monastero del Corpus Domini di Ferrara, fondatrice del monastero delle clarisse di Bologna e autrice de "Le sette armi spirituali" (A. Degl’Innocenti, Firenze 2000) e di numerosi componimenti oggi riuniti sotto il titolo di "Laudi, trattati e lettere" (S. Serventi, Firenze 2000), l’opera traccia un percorso di ascesi articolato in tre giornate di cammino, indicanti i tre tradizionali gradi dell’itinerario spirituale («incipienti», «proficienti», «perfetti»), attraverso dodici giardini; a ogni giardino è attribuito un fiore o un frutto particolare, corrispondente ciascuno ad una virtù che aiuterà l’anima «viatrice e peregrina» a raggiungere la «cella vinaria» e «riposare nel grembo del dillecto». Il trattato, composto in volgare padano-emiliano del XV secolo, un vero e proprio gioiello della letteratura monastica femminile, è ricco di citazioni scritturistiche e patristiche.