Il XX secolo, con i suoi milioni di persone barbaramente assassinate, è stato tra i più sanguinosi nella storia dell'umanità. E la domanda che continua a tormentarci è come sia possibile che tanti volenterosi carnefici si mettano al servizio del male.
[...]
In questo libro, Abram de Swaan, scienziato sociale e psicanalista, offre una originale radiografia della violenza di massa attuata dai cosiddetti "uomini comuni", esaminando le dinamiche di reclutamento dei regimi sanguinari al fine di creare un articolato meccanismo che predispone alle peggiori nefandezze senza apparente coinvolgimento morale, senza l'attivazione di un senso di responsabilità personale. De Swaan si domanda da dove provengano le azioni genocidarie e come possano rifluire, apparentemente senza lasciare traccia, nella vita quotidiana, quando l'orrore è terminato. E coloro che ne sono stati responsabili? Erano davvero il mero prodotto di circostanze esterne? Oppure qualcosa di intimamente costitutivo li disponeva a diventare assassini di massa? Attingendo a un ampio ventaglio di discipline, tra cui la sociologia, l'antropologia, le scienze politiche, la storia e la psicologia, De Swaan getta nuova luce sul male radicale, che continua a imperversare tra i popoli di tutto il mondo.