Raymond, piccolo acrobata, di una famiglia di gitani francesi, circensi, faceva impazzire il pubblico con il suo numero di equilibrismo. Suo padre aveva combattuto per la Francia durante la Grande Guerra, ed era grazie a lui che nelle località più sperdute erano arrivati i film di Charlot.
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Il mondo di Raymond finisce il 4 ottobre 1940, quando all’alba si presentano delle guardie e trascinano via tutta la famiglia. Vengono portati in un autodromo, trasformato in centro di detenzione. Ma il calvario è solo all’inizio. Raymond sarà deportato ai lavori forzati in Germania e vedrà da vicino l’Olocausto degli zingari, non meno feroce di quello riservato agli ebrei. Separato dai suoi, di cui non sa più nulla, a soli quindici anni dovrà ricorrere alle doti di equilibrismo imparate da bambino per sopravvivere. E attingere al carattere indomito e libero ereditato dalla sua gente, che lo spinge a inseguire la libertà.