La creazione dei campi nomadi, presunto mezzo per tutelare la cultura di chi vuoi essere nomade, in realtà crea una ghettizzazione e un degrado culturale tendente all'annientamento. La solidarietà ne rimane fuori. Sono i Rom che vogliono vivere in questo modo. E la segregazione razziale diventa peculiarità culturale.
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Daniela Lucatti fotografa con vivida lucidità l'attuale situazione dei Rom in Italia, in questo diario, nato nell'ufficio stranieri del Comune di Pisa, si succedono storie di persone, innanzitutto donne. I Rom varcano la porta del suo ufficio da esclusi, nomadi forzati, esuli perenni. L'autrice descrive un mondo, sconosciuto ai più, abitato da chi deve inventarsi una quotidianità, fronteggiare l'incertezza e il rifiuto, superare lo shock di una casa abbandonata e mai più ritrovata, avere il coraggio di tentare di trovare un lavoro mai sicuro per i Rom, di pensare al futuro attraverso una scolarizzazione sperata e mai realizzata, di gridare al diritto di un'assistenza sanitaria necessaria eppur negata sotto vari pretesti. Con la scrittura semplice, chiara e diretta, questo libro racconta il rapporto che lega due mondi che vivono di fatto in parallelo e dà un toccante contributo alla famigerata integrazione, al rispetto della differenza, alla mutua comprensione.