Una sorta di dizionario che, voce per voce, ci svela l'alfabeto con cui il boss dei boss ha parlato per più di quarant'anni alla sua organizzazione e ne smonta gli ingranaggi per mostrarci che, sotto la superficie di parole apparentemente comuni, può celarsi la feroce banalità del male.
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E che i primi anticorpi che una sicietà civile deve sviluppare contro la vischiosa rete delle complicità mafiose sono quelli del linguaggio limpido, onesto, condiviso. (...)