In questo libro Cibotto si sofferma sulla corda pazza dei Veneti, sulla loro eccentricità che non è certo inferiore alla loro alacrità, anzi forse ne costituisce la fonte segreta. È un libro che muove dai giorni del novembre '51 in cui il Po spazzò via l'argine in preda a una sorta di furia selvaggia e impetuosa e termina con un omaggio alla bellezza e alla fedeltà delle donne venete.
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In mezzo sono descritti i personaggi che, per l'autore, incarnano la corda pazza dei veneti: parroci stralunati di campagna, strilloni sognatori, costruttori di aquiloni, bizzarri devoti alla bellezza del paesaggio, letterati che si ritengono ultimi umanisti o sublimi attori.