Classe ’92, Sophia Giovannitti, artista e sex worker, dice le cose come stanno. Si firma orgogliosamente con il suo nome sia nelle performance artistiche che quando incontra i clienti. Non si nasconde dietro un puritano senso di colpa: libera dai pregiudizi, non permette che qualcuno la degradi per come ha scelto di vivere.
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Abitare un mondo dove il capitalismo ha finito per mercificare non solo il nostro tempo libero, ma anche quelle attività ritenute da sempre intime e sacre, ovvero l’arte e il sesso, ha reso possibile per qualcuno guadagnare da entrambe, creando un cortocircuito per il quale, nonostante la piena partecipazione al sistema, si viene comunque stigmatizzati senza pietà. Siamo tutti piegati alle logiche di mercato che controllano ogni aspetto delle nostre vite, eppure c’è chi ha alzato la testa, chi, dai margini, sfrutta proprio questo meccanismo per riappropiarsi degli spazi, che sia in galleria o nella camera da letto, e rimanere scomodo al mondo ipocrita e benpensante. Sophia continua allora per la sua strada, la migliore che le consenta di portare avanti ciò che ama e trarne anche profitto. In un ironico stile “confessionale”, mette a nudo le proprie occupazioni, conferendogli estrema serietà e legittimità. Ruvida, sfacciata, provocatoria, capace di citare "I Soprano" e Foucault in modo sciolto e consapevole, Sophia Giovannitti scrive un libro più che contemporaneo: una riflessione necessaria sui mercati dell’arte, del lavoro e del sesso come erano, come sono e come si sogna saranno un domani.