Nella notte tra l'8 e il 9 maggio 1978 a Cinisi, sulla costa palermitana, un ordigno esplosivo uccide un giovane militante di sinistra, Giuseppe Impastato.
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La sua colpa è quella di aver condotto una decennale attività contro la mafia, pur provenendo da una famiglia mafiosa, e di aver denunciato e sbeffeggiato dai microfoni di una radio locale i mafiosi della zona, a cominciare dal boss Gaetano Badalamenti. Sono occorsi oltre vent'anni perchè nei tribunali e in parlamento si facesse luce sulle vere cause della morte del giovane siciliano. La relazione approvata dalla Commissione antimafia nel dicembre 2000 è un documento che ricostruisce il contesto storico del "caso Impastato" mettendo in luce le convergenze tra rappresentanti delle istituzioni e mafiosi. Questa nuova edizione giunge dopo la condanna del capo-mafia Gaetano Badalamenti e del suo vice Vito Palazzolo, nel frattempo scomparsi, come mandanti dell'assassinio.